mercoledì 1 febbraio 2012

03/02/2012 Supermarkt, Brunnenstrasse 64, 13355, Berlin.

Al confine tra Mitte e Wedding, Supermarkt, centro culturale ricavato da un vero e proprio supermercato, ospita la fase conclusiva di Holiday Island-a Sardinian experience, un progetto tra Germania e Sardegna a cura di Giusy Sanna e Giovanni Casu, che ha visto l’interazione di diverse realtà tra Samatzai (paese nel limite della provincia di Cagliari) e Berlino, in uno scambio tra amministrazioni comunali, artisti internazionali, associazioni di migranti sardi e una rete di operatori culturali tedeschi. Gli artisti coinvolti sono Nuno Vicente (Portogallo), Ewa Surowiec (Polonia) e Bryn Chainey (Australia), più due ospiti: Marisa Benjamim (Portogallo) e Carlo Spiga (Italia)

http://holiday-island.blogspot.com/

Di mattina, il giorno dell'inaugurazione, sarà visibile BIAXI Un progetto di Carlo Spiga.

Un team composto da ragazzi di diverse provenienze residenti nella capitale tedesca “vestirà” un' automobile alla maniera dei buoi da processione della tradizione del Campidano, che sfilerà in parata per le vie di Berlino diffondendo la comunicazione dell’evento, il cui annuncio, in tedesco, sarà intervallato da alcuni brani musicali del repertorio di canto a chitarra sardo. Dopo la parata le decorazioni verranno usate per allestire uno spazio all’interno della galleria caratterizzato dallo svolgimento di diverse attività.

BIAXI nel dialetto del sud della Sardegna significa viaggio, più precisamente viaggio con un bagaglio; tutto il progetto si basa su questa idea di trasporto, transculturale, transnazionale. Ad ogni tappa di Holiday Island è stato usato un diverso sistema per le informazioni da diffondere: durante il periodo di residenza a Samatzai la popolazione veniva resa partecipe dell’evento attraverso il sistema di comunicazione comunale, che si snoda attraverso tutto il paese per mezzo di altoparlanti, da cui era diffuso un testo di servizio intervallato da un brano di una band locale, i Tamanera. A Berlino rimane la finalità di dare una comunicazione ad hoc ma cambia la base, che si adatta al rumore visivo del contesto ubano.

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